5 Novembre 2010
Fenomeni: il Trentodoc diventerà il nuovo Pinot Grigio?Continua la crescita di offerta dello spumante metodo classico trentino marchiato Trentodoc.
A tre anni dalla presentazione del progetto Trentodoc e del marchio collettivo, fortemente sostenuto dall’assessore all’agricoltura Mellarini, sono diverse le cantine trentine che si sono lanciate nella sfida di produrre un metodo classico.
Che per gli spumanti in Italia sia un momento felice, i dati di mercato sembrano confermarlo.
Visitando una cantina della Vallagarina, affermata per i suoi vini rossi da uve bordolesi, Marzemino, Pinot Nero e Syrah, in un angolo della barricaia vedo un cesto pieno bottiglie di spumante. Alla domanda di cosa contenessero le bottiglie, senza tradire una certa dose di orgoglio, la risposta fu “le nostre prime mille bottiglie di Trentodoc”.
Mauro Lunelli, enologo e proprietario con la sua famiglia delle cantine Ferrari, ha definito la spumantistica come “la Formula Uno dell’enologia”, dove ogni dettaglio non è lasciato al caso.
Tante aziende, sia cooperative sia vignaioli eccellenti come Cesconi o Castel Noarna, hanno annunciato la prossima uscita sul mercato del loro metodo classico o Trentodoc. Resta da capire cosa spinga questi vignaioli “neo-spumantisti“ a cimentarsi con il produrre poche migliaia di bottiglie di metodo classico.
Difficilmente lo spumante potrà fare da traino per le vendite dei vini fermi, bianchi o rossi, che di queste aziende rappresentano la produzione principale oppure potrebbe essere l’inizio di una riorganizzazione futura delle stesse: via il cabernet e il merlot, piantiamo/sovrainnestiamo con chardonnay-pinot.
Il timore è che si stia ripetendo il solito errore della viticoltura e di tante cantine trentine, quello di (in)seguire la domanda del mercato, magari barattando la visibilità e la promozione che concede la campagna pubblicitaria del Trentodoc con l’impegno di produrre uno spumante.
Il Pinot Grigio per tanti anni “ha tirato” e per usare un’espressione tanto cara al sistema cooperativo “ha creato reddito” ma non si può dire sia diventato bandiera del territorio, soprattutto per mancanza di oggettive qualità organolettiche: di pinot grigi trentini indimenticabili, non se n’è mai bevuti.
Con il Trentodoc la realtà è per fortuna molto diversa: è indiscutibile che alcuni dei migliori metodo classico italiani siano prodotti in regione e il più forte marchio aziendale di spumanti è trentino. Le condizioni per creare degli ottimi prodotti ci sono. La speranza è che i nuovi spumanti aiutino a definire meglio il goût de terroir del Trentodoc: per ora c’è la tecnica, il marchio, il marketing, ma manca ancora un’anima in tanti di questi vini.